LA STORIA

Le origini

L’Antica fiera dei mussi (“Antica fiera degli asini”), detta anche fiera di Santa Maria, è un evento oggi folkloristico a cadenza annuale che nel secolo XXI si svolge nel comune di Trebaseleghe (Pd) il giorno 7 settembre, a ricordo di una fiera del bestiame iniziatasi nel secolo XIV.

Nonostante la tradizione voglia la fondazione della fiera nel 1338 per volontà della famiglia Tempesta di Noale e i primi documenti che la attestino sono databili fra il 1313 e il 1316, l’origine potrebbe essere più antica: a testimonianza di ciò, la dicitura dell’edizione raggiunta, 836 (2020),[3] proporrebbe come prima edizione il 1184.

La storia

La manifestazione è nata come per scopi commerciali, ossia mercato del bestiame, e religiosi, collegati alla festa patronale l’8 settembre in occasione della ricorrenza della natività della beata Vergine, e ha sempre attratto, data la posizione del comune, genti provenienti dai territori circostanti.

Uno studio recente ipotizza che la fiera possa essere legata al passaggio di Sant’Ambrogio, il quale, per recarsi da Milano al Concilio di Aquileia nel settembre del 381, avrebbe percorso un’antica via venetica che passava per il centro del paese, per evitare le strade romane in disfacimento e frequentate da banditi in cerca di bottino. La coincidenza temporale del mese di settembre con la Fiera di Trebaseleghe (7 settembre) e con l’antica sagra di S. Ambrogio di Grion (terza domenica di settembre) crea un legame, e una probabile origine motivata, tra le due manifestazioni e il passaggio del Santo lungo la strada in esame.

Al tempo della Repubblica di Venezia la fiera era presieduta di diritto da un cittadino di Noale, eletto annualmente col titolo di Vice-gerente. Costui il 7 settembre era accompagnato in pompa magna a Trebaseleghe dai maggiorenti di Noale e altri cittadini, ove alloggiava per tre giorni nel palazzo, noto al tempo come Paveggion; Se necessario, durante questi tre giorni, vi amministrava la giustizia e teneva corte bandita.

Nel secolo XIX la fiera si svolgeva nei giorni 7-8-9 sul prato che era adiacente alla chiesa parrocchiale e col tempo ha subito un’evoluzione, perdendone il significato di solennità locale, divenendo una manifestazione a carattere commerciale per l’industria agricola e necessità domestiche e infine arrivando ad assumere la classica forma della sagra paesana, con bancarelle, stand gastronomico e luna park, mantenendo pur sempre l’origine e storica fiere del bestiame, tenuta ogni 7 settembre nel parco comunale del fiume Draganziolo.